Un giovane uomo che si toglie la vita, in un bosco. Una ragazza che si lancia da un ponte in città a Teramo. Sono solo gli ultimi due casi, di una serie interminabile, di storie di dolore che si chiudono con la scelta di preferire la morte alla vita. E troppo spesso si tratta di giovani, di uomini e donne ventenni o poco più, che sentono come ormai impossibile il continuare la loro vita. E si suicidano.

Io non ho le chiavi di lettura di quello che sta diventando, sempre di più, un fenomeno sociale, ma faccio politica e la politica deve farsi domande e cercare una risposta possibile.

E’ ormai assodato che un anno di pandemia ha incrementato sofferenze emotive e relazionali che troppo spesso sfociano in vere e proprie patologie che colpiscono tutti e sopratutto i nostri giovani.

La politica non può e non deve ignorare questo fenomeno crescente perché la conoscenza del problema é il primo passo verso la soluzione.

Troppo poco si parla nei giornali nei programmi televisivi o su i social del malessere psicologico e relazionale causato anche dalla pandemia Covid , dal distanziamento sociale, dalla chiusura delle scuole e dei luoghi di aggregazione, dalla paura ecc ; troppo poco viene citato nei decreti e nella programmazione politica di questo fenomeno, presi a trovare cure per il Covid e vaccini da fare.
E’ arrivato il momento di farsi carico anche di questo ulteriore pauroso fenomeno e quindi della necessità e dell’urgenza di previsioni specifiche nella programmazione sanitaria e quindi nel rafforzamento dei servizi di prevenzione. Occorrono apposite voci di finanziamento, apposita progettazione e incremento del personale sanitario specializzato.

Non è dunque più rinviabile, la necessità di curare e sostenere i soggetti più deboli e i nostri giovani, aiutarli a non perdere l’interesse nella vita e a non farsi travolgere dalle sofferenze emozionali, relazionali o da veri e propri stati depressivi.

Ecco, iniziamone a ragionare , troviamo soluzioni, non lasciamo soli chi presenta disagio, e dedichiamo parte dei fondi già stanziati per il Covid per rinforzare anche tale servizio sanitario e il socio sanitario specializzato.

La sofferenza di questi ragazzi, ma anche degli adulti e anziani, li porta troppo spesso alla scelta più estrema; è un campanello d’allarme che tutti dobbiamo sentire e ci dobbiamo muovere subito. La pandemia non è solo malattia del corpo ma ha inciso in maniera violenta anche sul nostro più delicato sistema mentale ed emozionale.

Manola Di Pasquale – Presidente PD Abruzzo